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Comunicato stampa per "Leggo"


Vorremmo partire proprio dalle ultime righe di quel comunicato stampa dell’ACTV (Su Leggo a pag. 28 di Lunedì 25 Luglio 2011) per poi procedere a ritroso in modo da far capire ai lettori come stanno le cose dal nostro punto di vista, basandosi unicamente su dati documentali, scritti, ovvi e/o dimostrabili.

Partiamo da qui: “Il gruppo ACTV rispetta pienamente la privacy degli utenti e al contempo resta disponibile ad applicare eventuali altre normative che il Garante delinei”.


Postato il 27/07/2011 alle 00:34 | 
Tags: actv, nomob, imob
Categoria: Comunicati stampa
 Visualizza sulla webgui di tramaci.org


Sengalazione delle telecamere inviate al Garante della privacy per la zona di Mestrino (PD) e dintorni.
http://tramaci.org/anopticon

 Guarda il video su YouTube


Postato il 05/12/2010 alle 13:51 | Scrivi |  
Tags: schedatura, denuncia, garante, mestrino, padova, anopticon
Categoria: Anopticon Comunicati stampa



ARGOS Rischi per la sicurezza?

Il sistema di monitoraggio del moto ondoso in Canal Grande, almeno così com’è presentato, crea diversi problemi di sicurezza:
Attraverso un file XML pubblico ed accessibile da tutta internet si possono tracciare gli spostamenti precisi di tutti gli utenti che passano per il Canal Grande e l’Isola Nova del Tronchetto (anche a terra).

Sono pubblicati tutti gli spostamenti muniti di numeri di serie e coordinate GPS aggiornate in tempo reale.

Questo tipo di dati è pubblicato in piena violazione di qualsiasi norma di sicurezza e legge sulla privacy. Attraverso questi dati si possono ricostruire i tracciati e le abitudini in tempo reale di tutti i soggetti interessati, anche delle forze dell’ordine.

Questa situazione pone seri rischi per la sicurezza pubblica e privata. Tale sistema mette chiunque in possibilità di pianificare od attuare qualunque azione illecita monitorando le forze dell’ordine.

Per esempio: Se si volesse seguire un’imbarcazione precisa, si potrebbe partire dalle coordinate del posto barca, oppure si potrebbe usare il numero identificativo “IdTrack”.
Non si esclude che tali informazioni possano essere usate per lo stalking o per monitorare i lavoratori a distanza in violazione delle leggi vigenti, accordi sindacali etc...

Tali informazioni specifiche dovrebbero essere accessibili solo a personale autorizzato, invece sono accessibili a chiunque senza alcun controllo sugli accessi.

Oltre a tutto questo, che è un palese schiaffo al rispetto delle leggi perpetrato da chi le deve far rispettare (ARGOS è controllato dalla Polizia Municipale), si nota che in Canal Grande non c’è alcun cartello di informativa (come previsto dalle leggi vigenti) che avvisi gli utenti della presenza di telecamere con tracciamento della posizione collegato alle forze dell’ordine ed a qualsiasi utente collegato ad internet.

Quindi tutto ciò denota come una piccola parte dello stato intenda far rispettare le leggi quando si tratta di profitto (multe) e non intenda rispettarle quando gli fa comodo?

Come non bastasse, la ciliegina sulla torta è anche il fatto che sul sito del sistema ARGOS, nel sorgente pagina, si possono scovare parti del programma che sono attivabili dagli utenti.

Si possono attivare funzioni che mostrano la posizione di tutti gli oggetti tracciati nell’area interessata dal sistema con la possibilità di cliccare sui pallini nella mappa e vedere l’IdTrack (numero di serie degli oggetti stessi).

Tra le altre funzioni c’è anche un indicatore posizionato a Roma.
Questo elemento indica “Casa di Antonio”. Non si capisce perchè è stata fatta una cosa così assurda: Pubblicare l’indirizzo di un privato.

Visti gli elementi di cui sopra, ci sono moltissime ombre sul sistema ARGOS e su come viene utilizzato, anche perchè dal sito “Canal Grande Situazione in tempo reale” si vedono le indicazioni di persone che si muovono a terra all’Isola Nova Del Tronchetto.

La relazione col tracciamento delle persone è quindi sempre più forte e trova conferma anche nei dati pubblicati dal sistema.

Questi fatti sono una prova evidente che le telecamere di videosorveglianza non creano alcuna sicurezza. In questo caso dando informazioni a disposizione anche ai gruppi terroristici, creano di fatto una situazione di insicurezza.

Il sistema ARGOS è stato denunciato due volte all’autorità Garante Per La Protezione Dei Dati Personali dal Progetto Anopticon.
.: Ci vedono :.

.: Ci Individuano :.

.: Ci Seguono :.

.: Pubblicano gli spostamenti :.

.: Chiunque accede ai dati :.

.: Chi è Antonio? :.


Per saperne di più

Link Correlati:
 • Casa di Antonio
 • Sisto del progetto ARGOS
 • Dati sulle imbarcazioni in tempo reale
 • Pagina con "Casa di Antonio" nei sorgenti
 • Sorgente pagina salvato da argos.venezia.it (Contenente Casa di Antonio)
 • Denuncia al Garante: Fascicolo "Casa Di Antonio"
 • Video ed Immagini correlate

 • Mappa delle Telecamere di Venezia
 
Telecamere correlate:
 • Argos su ACTV?
 • ARGOS Su ACTV?

 • ARGOS
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 • Sistema Argos
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 • Argos 2
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Video correlati:
 • Grande Fratello Preso con le mani nel sacco
 • Argos Bugs: Errori del sistema ARGOS
 • Alcune Telecamere di Venezia
 • Hydra
 
Post correlati:
 • Argos (Panoptes) Secondo stadio
 • Argos e Hydra, un problema per la privacy futura
 • "Grande fratello" schedato e denunciato.
 • Immagini uniche
 • anopticonvenezia.pdf (Relazione tecnica)
 • venezia.zip (Documentazione e mappe)
 



 
"Grande Fratello" schedato e denunciato
 
Dopo diversi controlli e calcoli è stata consegnata la segnalazione al Garante per la protezione dei dati personali di tutte le telecamere rilevate a Venezia.
A breve ci saranno anche degli aggiornamenti sulle ultime telecamere inserite.

La relazione tecnica è scaricabile a questo indirizzo:

 • anopticonvenezia.pdf (Relazione tecnica)
 • venezia.zip (Documentazione e mappe)
(In questa versione sono state omesse le schede delle telecamere per motivi di sicurezza).

Sono di particolare risalto, oltre alle telecamere nascoste in giro per la città, le super telecamere dei sistemi Argos e Hydra che creano delle “immagini uniche”.

Sono di risalto soprattutto le due telecamere Argos (per il moto ondoso) che sono puntate a terra, all’isola nova del tronchetto.

È evidente che tali telecamere possano essere un esperimento di tracciamento delle persone con sistemi biometrici.
(Vedere Argos e Hydra un problema per la privacy futura )





Infatti osservando le caratteristiche di quell’area ci si rende conto che è un posto perfetto per fare degli esperimenti di videosorveglianza con il tracciamento senza che la gente si accorga di nulla.

Tali installazioni sono la chiave di volta per lo “switch on” di una sorveglianza totale. Con quel tipo di sorveglianza, magari in futuro con il riconoscimento biometrico e del volto, si potrebbero profilare gli utenti, seguire le persone, con serie ripercussioni sulla privacy, sulla libertà e sulla dignità delle persone.

Il pericolo che tra qualche anno queste super telecamere vengano installate nelle città, rendendo le città stesse delle “immagini uniche” con il tracciamento delle persone, è dietro l’angolo.

Occorre un provvedimento “blindato” per contrastare questi sistemi esagerati prima che altre telecamere di questo tipo invadano le città.


Visti i dati che si possono reperire sul numero delle telecamere e la superficie delle altre città, emerge che a Venezia ci sia una densità di telecamere decisamente alta: 6,62 telecamere per chilometro quadrato. Il tutto senza considerare che il Canale della Giudecca, il Canal Grande e gran parte dell’isola nova del tronchetto, sono “immagini uniche” e che questi sono dati ancora parziali.

Ci sono delle zone in cui si sovrappongono fino a 6 aree videosorvegliate negli stessi punti.

Questi punti si trovano: In Canal Grande vicino all’Erbaria (Rialto), tra la corte d’appello ed il ponte di Rialto.
Sono state schedate 464 telecamere nell’area di Venezia e dintorni, di cui 412 in centro storico (Venezia, Giudecca, S. Giorgio, Sacca Fisola).

Grazie all’operazione di sommatoria di tutte le aree videosorvegliate, si è potuto calcolare il rapporto tra l’area videosorvegliata totale e l’area percorribile di Venezia.

A Venezia c’è un area videosorvegliata totale pari al 35,45% dell’area totale della città.
Un’area decisamente grande. I sistemi che occupano più spazio sono ovviamente Argos e Hydra.

Sono state scoperte molte telecamere nascoste che filmano in strada, senza informativa, collegate a piccoli “Grandi Fratelli” privati.

Ovviamente analizzando il Grande Fratello si scoprono anche i suoi limiti, i suoi errori.

Sono stati riscontrati alcuni bugs nel sistema Argos. Molte telecamere del sistema Hydra filmano anche a terra.

Un tipo di telecamera radio, generalmente utilizzata da privati, ha un bug enorme: Pubblica il segnale audio/video consentendo l’intercettazione del segnale da parte di terzi…

Una telecamera del sistema Argos pubblica su internet in tempo reale gli approdi della Polizia, informando chiunque se le imbarcazioni sono attraccate oppure no.


Abbiamo scoperto questo e molto altro. È tutto nella relazione tecnica che è anche stata inviata al Garante.

La cosa peggiore è che, a quanto pare, di telecamere ne vogliono installare ancora. Ancora più potenti, spendendo i nostri soldi, senza badare a spese e degradando la nostra privacy. Ottenendo in cambio solo un inutile controllo senza limiti. Tutto questo solo per il “loro” profitto?

Anche per questo abbiamo richiesto al Garante della privacy un provvedimento che limiti la videosorveglianza. Deve essere stabilito un peso ed una misura che non consenta abusi.

Soprattutto occorre fare un passo indietro rimuovendo quelle telecamere Argos che puntano a terra e sanzionare chi le ha installate.

Il Progetto Anopticon è in continua crescita, adesso le città mappate oppure in fase di mappatura, sono: Roma, Genova, Foggia, Padova, Venezia, Urbino, Solero (Alessandria).
Si sono aggiunte di recente: Roma e Genova.

Ci sono anche molte segnalazioni da: Pescara, Bologna, Trieste, Bergamo, Mantova, Milano, Alessandria, Torino, Cagliari, Cesena, Arezzo, Pisa, Pistoia.

Prossimamente provvederemo a segnalare anche questi dati al Garante.

Grande Fratello, Noi ti stiamo guardando.









Avrebbero dovuto dirci che la nostra città (Venezia) è sicura.
Avrebbero potuto dirci che la nostra privacy è al sicuro.
Avrebbero dovuto dirci che le aree sono video sorvegliate.

Invece hanno risposto con quasi le stesse parole di Hitler:
“Io credo che chi si comporta bene non abbia niente da temere dalle telecamere”.

(Vedi articolo)

Questo ricorda una citazione:
"Chi non ha nulla da nascondere, non ha nulla da temere"
(Adolf Hitler, 1936)

Chissà cosa avrebbe potuto fare Hitler con simili sistemi di sorveglianza, altro che Geheime Staatspolizei (Gestapo).

Oltre a questo, c’è da aggiungere che questo tipo di reazione fa emergere da parte della polizia municipale la completa mancanza del presupposto di innocenza. Infatti reagire in questo modo dimostra da parte loro una comune pratica del presupposto di colpevolezza ad ogni costo, nota nell’ambiente anche come “sindrome del segugio”.
Il tutto in una dinamica conclamata che tende a violare i diritti di tutti i veneziani.

Siete veramente disposti a mettere ogni vostro singolo gesto al vaglio di un sistema elettronico solo perché qualcuno strumentalizza dei reati per fini commerciali?

Avete veramente la necessità di sicurezza oppure la vostra paura è scaturita puramente dalla cronaca televisiva?

Volete veramente essere schedati, intercettati ed indagati per nulla, automaticamente e senza il permesso di un magistrato come dei veri criminali?

A Udine, Trieste, Gorizia e Pordenone, sono stati spesi 2,8 milioni di euro per installare le telecamere.
Volete farvi fregare 5,2 milioni di euro per un comune solo che è più piccolo di quei quattro messi assieme?

Il punto della questione non ruota solo attorno alla privacy e i soldi sprecati, ma anche sul fatto che stanno raggirando la legge sulla privacy, con un modo di fare che lascia intendere il menefreghismo totale nei confronti dei diritti civili.

Infatti è "il partito" a nascondere le telecamere nefaste, mentendo anche sui numeri, oltre che sui cartelli di informativa omessi. (Art. 13 D.lg 196/2003)

Non è vero che come dice Agostini “Tutte le telecamere sono segnalate dall’apposita cartellonistica”. Non è vero che sono stati rimossi i cartelli di informativa dai vandali.
Talaltro se fosse vero, avrebbero gia coltro in flagrante i vandali riprendendoli con le telecamere.

Abbiamo digitalizzato tutti i muri delle aree videosorvegliate e possiamo dimostrare che i cartelli non ci sono mai stati.
I pochi cartelli sono stati messi su alcune telecamere quando avevamo iniziato l'anno scorso a schedarle, prima di tale periodo nessuna telecamera aveva i cartelli di informativa.
Stanno giocando a nascondino? Vi abbiamo gia visto e schedato!

Da uno studio sulla mappa delle telecamere e relative schedature, emerge che in tutti i posti in cui si ritrovano i giovani ci sono le telecamere e non ci sono i cartelli di informativa.
Le telecamere sono un dettaglio che può essere riconosciuto da pochi. Temono forse che qualcuno non approvi l’esistenza di tali telecamere?

Chi è stato all’AHA Camp,e-privacy , Linux Day , all Hackit, e moti altri posti dove è stata presentata la schedatura delle telecamere di Venezia ha potuto vedere le fotografie delle telecamere senza informativa.

L’informativa, dove presente, è alquanto discutibile:


Solitamente si scrive “Zona videosorvegliata da … per motivi di sicurezza”.
Noi siamo videosorvegliati per “motivi istituzionali” e non per motivi di sicurezza.
Quindi si sta provando a creare un sistema normativo per raggirare la legge sulla privacy.
Non sono obbligati a dare l’informativa e chiedere il consenso del trattamento dei dati personali, i carabinieri e la polizia giudiziaria per fini istituzionali.
Per esempio un carabiniere oppure la polizia giudiziaria che ti chiede i dati, non ti deve rilasciare l’informativa ai sensi del Art. 13 del D.Lg n. 196/2003 qunado ti fa una multa, è ovvio.

Il provvedimento sulla videosorveglianza del Garante della Privacy prevede il cartello di informativa. C’è in tutte le altre città.
Spesso è più efficace e deterrente delle telecamere stesse, si tratti di polizia o di comune deve esserci scritto “per motivi di sicurezza”, non “istituzionali”.

Deve essere evidente e ben visibile nelle aree videosorvegliate e non deve essere attaccato alla telecamera in modo da nasconderlo.

Quindi il tentativo di raggirare la legge sulla privacy e la pratica del menefreghismo della privacy altrui, emergono moltissimo anche dalle parole di Agostini: “Ma da gennaio, col nuovo Decreto sulla sicurezza, non avremmo neppure più l’obbligo di segnalazione”.
Con una tale esposizione emerge l’intento del governo a violare i nostri diritti con la scusa della sicurezza?
Emerge anche un goffo tentativo di offuscare la realtà. Vi invito a leggere l'ultima riga di dei catrelli di informativa, dove ci sono, su alcune telecamere.
Emerge evidentemente il fatto che la polizia municipale è sogetta al "D.lge. 196/2003".
Ma è proprio il "CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI".
Quindi sono soggetti alla privacy e come!

Sembra proprio una dinamica da “partito”. Forse Agostini può essere classificato come membro del “Partito” ? (Vedi 1984)

Ma non solo: “… e si tende a dimenticare che in quanto forze dell’ordine non siamo soggetti alla privacy.”
Nel suo caso è falso, è un palese tentativo di confondere la popolazione, essi devono stare alle leggi come tutti gli altri.

Emerge anche dal provvedimento sulla videosorveglianza del Garante della Privacy:
“Si è invece constatato che taluni soggetti pubblici e privati si propongono abusivamente, quale scopo della videosorveglianza, finalità di sicurezza pubblica, prevenzione o accertamento dei reati che invece competono solo ad organi giudiziari o di polizia giudiziaria oppure a forze armate o di polizia.”

Agostini dice “…è chi non si sente a posto che si agita.” Infatti il giorno dopo è uscito un bel articolo sul giornale di pubblicità al sistema Argos (Panoptes).

Questo fa emergere che è proprio su Argos (Panoptes) l’affare.
Tra le righe dell'articolo emerge l'intenzione di giustificare tutte le telecamere che non erano mai state pubblicate: da quelle del tronchetto a quelle della giudecca.

Il grande fratello è stato preso con le mani nel sacco?

Infatti questo sistema di visione rettificata è un esperimento/pubblicità per creare un sistema di videosorveglianza più potente di quelli esistenti.
In realtà Argos (Panoptes) non misura il moto ondoso, è l’equivalente di un comune autovelox ed’è meno efficace di un autovelox oltre che molto più costoso.


Infatti si tratta di 17 celle del sistema, senza contare il canale della Giudecca, contenenti ciascuna numero quattro telecamere con alta risoluzione 1280x960 pixel.
Solitamente quel modello di telecamera dome possiede uno zoom di 26x e costa circa 200 euro al pezzo.

Per esempio la visione rettificata del Canal Grande ottenuta per mezzo di 14 celle Argos, con un totale di 56 telecamere, rende il Canal Grande un’immagine unica.
Il sistema segue le imbarcazioni tracciandone gli spostamenti.
Quindi si possono tracciare i percorsi dell’imbarcazione interessata violando così le libertà dell’individuo (Art. 1 del codice) .

Il sistema è sovradimensionato rispetto al principio di necessità, le telecamere sono troppe e non si è mai visto un sistema di videosorveglianza del genere.
Oltre a questo i sistemi di videosorveglianza vanno installati quando non si possono attuare altre soluzioni. (Avete mai sentito parlare dell’autovelox?)

Oggi entriamo in Canal Grande e siamo schedati, seguiti, analizzati, senza saperlo e senza potersi opporre. Questa è una tecnica di regime.

Non dimentichiamoci che Argos è anche una grossa Webcam, quindi l’utilizzo di Argos in questo senso non è giustificato. Sembra un’attrazione turistica ed un sistema atto a eseguire studi sul traffico come se fosse un’agenzia di ricerca di mercato. Tutto ciò non è di competenza della polizia.
La finalità reale non è chiara.
Chi è il titolare responsabile del trattamento dei dati?
Dove sono i cartelli di informativa?
Come si esercitano i diritti dell’ Art 7,8,9,10 D.Lg 196/2003?
Vogliono impedirci di esercitare i nostri diritti omettendo l’informativa?

Non vi siete accorti che tutto serve per pubblicizzare un sistema di controllo e sorveglianza che riconosce automaticamente tutti i singoli natanti?
É gia attiva da mesi una telecamera del sistema Argos (Panoptes) che si trova sul tetto della sede dell’ACTV al tronchetto.
Questa cella del sistema Argos, munita di illuminatore notturno sta schedando tutti gli individui a terra che camminano sull’isola del tronchetto.
Eccolo li il risultato di Argos.

Vi invito a cercare su YouTube il video “Grande fratello preso con le mani nel sacco” e di guardare anche la data di upload in alto a destra (18 giugno 2009).

Nella documentazione disponibile sul sistema Argos non c’è una certificazione di un istituto di taratura come per esempio l’IMGC/CNR, IEN o INMRI/ENEA.
Quindi cosa sta misurando? I suoi chilometri all’ora sono veramente giusti?

Dalla documentazione emerge che le misure sono stimate e che il margine di errore dipende dal sole, dalle nuovle, dalla pioggia e dalla nebbia.

Se non c’è la certificazione non si può dimostrare che Argos sia valido come “barcavelox”, quindi le multe possono essere contestate?

Se le immagini riprese sono in violazione (D.Lg 196/2003) perché non c’è l’informativa etc… non possono essere usate. Quindi le multe si possono contestare?

Le telecamere non sono uno strumento di misura, il tele laser e l’autovelox si.
Argos (Panoptes) è stato omologato oppure è successo come per il T-red?

Leggendo la documentazione tecnica si scopre che il moto ondoso non viene considerato dagli algoritmi del sistema Argos. Si misura la velocità in un immagine rettificata, deformata, individuando i centroidi delle ellissi prodotte dagli “spostamenti dei pixel”.
Spesso osservando sul sito del sistema Argos si possono vedere degli errori tipici come per esempio:

  • Una barca che fa manovra ha una velocità rilevata quasi casuale.
  • Due barche vicine diventano una, che magari balza a velocità massima tra un centroide ed un altro. Spero non venga intesa come infrazione sulla velocità.
  • Quando l’immagine si deforma i dati diventano approssimativi e speso le barche non vengono nemmeno rilevate.
  • Il punto di riferimento si sposta all’interno del mezzo e questo ne determina l’errore di rilevamento.
  • I raggi solari, i riflessi oppure le onde stesse vengono segnalate come imbarcazioni.


Ecco alcuni esempi dei bugs del sistema Argos

(Clicca sul player per vedere il video)


E' interessante vedere che ci sono anche dei blackout sulle immagini. Si tratta di un disturbo temporaneo del segnale video?

Cercando su Youtube si troveranno molti video riguardanti l’object recognition oppure il face recognition. Si può vedere come svariati programmi accessibili da tutti possano riconoscere oggetti, tracciare gli spostamenti e riconoscere il volto.
Potevamo spendere di meno?
Quanto ci possono tracciare?

Questo sistema di videosorveglianza rettificata fa emergere come Venezia sia un esperimento per attuare pratiche controllo e come a Venezia si possano mettere autovelox in centro città per fare cassa.

Argos ricorda da vicino, e non a caso, almeno due omonimi della mitologia greca: Argos Panoptes, colui che tutto vede, e il fedele cane di Ulisse.
Questo parallelismo emerge anche nell’estensione dell’area video sorvegliata totale del Canal Grande.

Appare evidente come il sistema Argos racchiuda in tutta l’operazione degli intrecci di interessi economici, scientifici e di violazione della privacy.

Osservare qualcuno è come possederlo, sapere quello che fa, vedere, spiare. É un senso di potere e di dominazione tipico del panottismo. E’ un Panopticon è questo che vogliono creare.
Ognuno porta acqua al suo mulino. La polizia è coinvolta?
E' un fiume di soldi per ottenere il potere ed il controllo attraverso un Panopticon come Jeremy Bentham e Foucault ci insegnano.
Il tutto per ottenere una falsa sicurezza, una sicurezza che non è certo per il cittadino che viene indagato ed intercettato abusivamente con escamotage pseudo legalizzato, come se fosse un vero terrorista.

Basta mettere degli autovelox e verranno multati i trasgressori, senza che vengano intercettati gli innocenti.

Chiunque abbia ricevuto multe dal sistema Argos, si informi per contestare il sistema stesso e faccia una denuncia di tutte le 56 telecamere del Canal Grande in violazione di legge presso l’ufficio del Garante della Privacy.

Chiunque passi alle zattere sulla fondamenta, sulla fondamenta nell’isola della Giudecca, S.Giorgio, Sacca Fisola, possiede porte o finestre della propria abitazione o lavora nell’area del Canale della Giudecca o sulle rive può sporgere denuncia per le telecamere del sistema “Argos 2” (così denominato dalla schedatura) che sono illegali.

(Cella del sistema Argos 2)

Stessa cosa vale per chi possiede o transita per tutte le strade visibili dal Canal Grande, con particolare attenzione alle terrazze ed alle finestre. Si può sporgere denuncia.

(Immagine tratta dalla documentazione ufficiale del sistema Argos)


Chiunque lavora, abita dove ci sono telecamere illegali può sporgere denuncia.
Quindi invitiamo la cittadinanza a denunciare, come previsto dal D.Lg 196/2003 tutte le telecamere.
Si può chiedere il filmato, farlo cancellare, avere informazioni sui trattamenti, denunciare le violazioni, invalidare i filmati illegali se usati come prove non penalmente rilevanti, richiedere risarcimenti in caso di violazione della privacy e in caso di danni.

Non pensate che sia tutto legale, perché spesso viene sfruttata l’ignoranza della gente ed il fatto che nessuno sporga denuncia.

Basta una raccomandata A/R al responsabile (vedi sull’informativa). Se manca l’informativa si manda al Garante della Privacy. Entro 15 giorni deve esserci una risposta altrimenti si può procedere anche per vie giudiziarie.

Infine abbiamo scoperto che a Venezia ci sono troppe telecamere, senza informativa, c’è un’illegalità diffusa sui sistemi di videosorveglianza. Spesso le telecamere sono doppie o triple, quindi forse è il caso di toglierne qualcuna.



Vi informeremo ancora su questo sistema fuffoso, nel frattempo continuate a segnalarci le telecamere sul sito:
http://tramaci.org/anopticon

C’è anche un gruppo su FaceBook contro il panopticon:
http://www.facebook.com/group.php?gid=118708505476

Questo gruppo è ovviamente indicizzato nel motore di ricerca per la censura su Facebook, ma questa è un’altra storia…

 

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